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Approfondimenti esoterici di Claudia Pellegrino


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  • Claudia Pellegrino
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  • 26/03/2024
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Adamo ed Eva e la cacciata da Eden: una modifica genetica



'....Quando la dimensione mediana, specchio dello specchio, viene illusa dal velo, le scintille vengono intrappolate dalla densità materiale, iniziando il cammino della propria esistenza esserica che le inchioda alla Legge del Karma fino al momento del risveglio della coscienza. Esse dimenticano la propria origine ogni volta che si incarnano in nuovi corpi, vivendo “le vite e le morti” che nella totalità dell'esperienza le riporta a casa. Una volta cadute nel velo, le Leggi che governano la materia, le assoggettano. Così facendo, le stesse dimenticano, nel corso delle esistenze che si sviluppano nel tempo ciclico, la loro connessione con il Tutto, rimanendo intrappolate nella Ruota di Kronos, fino all'Individuale presa di Coscienza, ritorno all'Uno. Soggiogate dalla massa, entrano sempre di più nell'Illusione che le colloca in uno stato di trans, dal quale è difficile uscire. Una volta “cacciati da Eden” e dunque incantati dal velo, i primi esseri, fatti come riflessi delle qualità eterne di Dio, divengono mortali e asserviti al ciclo della Trasmigrazione che pesa l'azione individuale. Evoluzione della quale troviamo traccia nella Torah, già nel Libro della Genesi, secondo il quale, “Adamo ed Eva”, vennero sedotti dal serpente e disobbedendo al divieto di Dio, mangiarono il frutto dall'albero della conoscenza del bene e del male, scoprendosi “nudi”, furono poi cacciati dal giardino e resi mortali. Ma quale è dunque il vero senso della metafora espressa nella Bibbia, in virtù di una nuova prospettiva e di una coscienza più espansa? “1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». 2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3 ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». 4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5 Anzi, Dio sa che, quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». 6 Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. 7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. 8 Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9 Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». 11 Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». 12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». 13 Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». 14 Allora il Signore Dio disse al serpente: “Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai, per tutti i giorni della tua vita. 15 Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».” La metafora dice che gli Adamo ed Eva, dopo aver mangiato il frutto della conoscenza dell'albero del bene e del male, si scoprirono nudi. Una affermazione che mi ha fatto riflettere sulla simbologia dei termini usati dal compositore della Genesi. La parola nudo deriva dal latino nudus che identifica lo stato di nudità di un corpo, la quale a sua volta ha radice comune con nodus, la cui origine viene da nassae, con significato di rete. Un indizio che, avallato dalla corrispondenza tra il Logos degli elementi chimici e le parole sacre criptate nelle serie auree, mi fa supporre che la “cacciata da Eden” coincida con la materializzazione del velo. Per associazione, è infatti possibile intuire che la metafora biblica indichi con la nudità, il principio della ragnatela mediana, matrice dell'Illusione. La Torah dice che Adamo ed Eva si scoprirono nudi ed intrecciarono foglie di fico e ne fecero cinture, nascondendo sé stessi da Dio poiché avevano mangiato il frutto proibito. Il termine intrecciare (nella treccia del re) ha chiara assonanza con la “tessitura della trama” evocatrice della ragnatela; così come la parola foglia che deriva dal latino fŏlia, folium il cui significato originario è «foglio», ha un palese rimando al velo. Indizi che palesano un senso differente dei contenuti biblici, rispetto a quanto comunemente insegnato dalle religioni e che aprono la mente intuitiva a molteplici scenari, in cui nulla è come sembra. Secondo l'autore della Genesi, Adamo ed Eva si ricoprirono con foglie di fico e ne fecero cinture, il cui frutto è il vero emblema dell'albero della conoscenza del bene e del male che gli stessi hanno mangiato, disobbedendo alla Volontà divina, motivo per il quale sono divenuti esseri mortali. Anche la parola cintura (lat. cinctūra, der. di cingĕre «cingere, cerchiare») è ulteriore indice della Matrice mediana, poiché esprime una delimitazione, una circoscrizione, definendo dunque una porzione di spazio e identificando tramite la simbologia del cerchio, il tempo e la sua ciclicità. Se si osserva il fico, simbolo dell'albero della vita, si può comprendere, dalla struttura del suo frutto che la metafora, oltre ad indicare il principio di Maya, occulta ulteriori importanti dettagli, inerenti la motivazione della stessa “cacciata dal giardino”, ovvero il secondo collasso d'onda, avvenuto a causa della dispersione dell'energia sessuale. Questo frutto è un chiaro simbolo di unione tra maschile e femminile. La sua forma interna ed esterna è chiaramente allusiva agli organi riproduttivi femminili (vulva-seno) come anche di quelli maschili (testicoli, sperma). Nel racconto biblico, il serpente corrompe Eva affinché ne mangi, ed essa a sua volta, fa cibare il marito, poiché vede che l'albero era buono da mangiare, gradito alla vista e desiderabile per acquistare saggezza. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi. L'Archetipo del serpente, nella tradizione gnostica, è indicativo del potere della Grande Madre, del Sacro Femminino; esso rappresenta la forza dell'energia sessuale, la Divina Kundalini. Fattore che mi ha portata a considerare che “mangiare il frutto dell'unione di maschile e femminile” sia indice della dispersione del suo potere, dunque della rottura del Vaso Ermetico. Un'allegoria la quale cela il mistero che ha portato le creature “fatte ad immagine e somiglianza” a uscire da Eden e dunque a incantare il proprio genoma: l'orgasmo, disseminazione dell'energia sessuale fonte di immortalità. Eva ed Adamo cedono dunque alla tentazione del piacere, disperdendo con “la piccola morte” i liquidi originari. Ciò determina la caduta della vibrazione dell'energia della creazione e il conseguente appesantimento delle onde cromo-suono mediane, fino a divenire dense. Uno stadio che vincola le Anime incarnate nei nostri antenati, in uno “stato di sogno”, di realtà illusoria. La rottura del Vaso genera quindi una modifica alla struttura dei corpi, causandone la metamorfosi. Come per la manifestazione di Maya, il carbonio, è elemento decisivo in questa modifica. Con la dispersione energetica per mezzo della fuoriuscita dei “preziosissimi liquidi” ed il conseguente appesantimento della vibrazione d'onda, l'elemento, presente nei corpi delle creature, collassa la propria struttura molecolare, così come accade per le altre sostanze, mutando la conformazione della materia organica da carbonio 7 a carbonio 12. Un passaggio che trasmuta le creature da divine in esseri mortali. È bene considerare che è stato dimostrato scientificamente già nei primi del 900, da Alexis Carrel, chirurgo e biologo francese, che la cellula è nata per essere eterna; purché essa sia mantenuta nel suo stadio liquido originario, così come lo sono gli atomi che compongono il sistema umano. Di fatto, ogni corpo, ha in sé stesso il potenziale per essere immortale. Cosa è dunque che rende le creature soggette alla morte? Se la macchina corpo, è progettata con il potenziale dell'eternità, non è questa una conferma che sia accaduto qualcosa alla creazione divina e che essa sia variata nel tempo? La rottura del Vaso dei primi Esseri, probabile causa della contaminazione dei corpi, ha certamente segnato i “loro successori”, dando principio ad una nuova mutazione genetica che porta le opere di Dio, a subire il ciclo della Trasmutazione e ad assoggettarsi alla Legge del Karma. Gli Adam ed Eva vengono sedotti dalla tentazione del piacere. Essi disperdono la propria energia originaria, contaminando in questo modo i propri corpi luminosi e multidimensionali che collassano la loro frequenza oscurandosi. Le Anime, quindi, intrappolate dalla materia che è divenuta grezza, vengono relegate in uno stadio di sonno che sussiste fino al risveglio della Coscienza individuale, al suo ricongiungimento alla Coscienza Assoluta che si ottiene con il recupero del Vaso. Nel momento in cui viene costituito il velo dell'Illusione, le creature vengono incantate e le Anime frammentate negli specchi dei piani, restando intrappolate dalla densità dei corpi. Uno stadio evolutivo, quello della materia densa (seppur in origine fosse adamantina) che in principio, secondo il Logos degli Elementi, è stato determinato dalla fluorescenza aurea di un nuovo Dio, specchio Portatore di Luce che moltiplica colore e suono, stabilendo la nuova frequenza. La quarta Creazione diviene dunque un'opera intermedia, nella quale le onde cromo-suono ad alta e a bassa frequenza, si condensano, stabilendo la propria vibrazione, ponendo in essere una realtà illusoria in cui le gerarchie celesti ed infernali si rispecchiano.' Claudia Pellegrino -La Papessa MW Testo protetto da Copyright tratto da 'Le Chiavi del Tempo. Il Codice del Sincronismo cosmico'





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Claudia Pellegrino

Inventrice, ricercatrice, scrittrice esperta in alchimia, esoterismo, numerologia, tarologia, dottrine che scrutano il linguaggio mistico del simbolo e le leggi fisiche e metafisiche

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